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sabato 20 agosto 2011

Marmellata di fichi "a m'arcord".....


Sto facendo la marmellata di fichi e nelle pause scrivo questo Post.......
Le nostre piante di fichi quest'anno sono state molto produttive e questa è già la terza volta che prepariamo la marmellata, che è anche la preferita di tutta la famiglia.
Oggi  ho avuto un valido aiuto nella preparazione, infatti mio marito e il più grande dei mie figli hanno contribuito a sbucciare i fichi, che è anche la parte più noiosa del lavoro. Eccoli all'opera sul terrazzo di casa.



Certo questi non possono più essere chiamati come un tempo, quando a dirigere i lavori erano mia suocera e mio suocero, i "giorni della marmellata". Allora i bambini erano piccoli e trascorrevamo tutta l'estate nella casa di campagna in compagnia dei nonni, dei cuginetti  e degli zii.
Si cominciava in giugno con la marmellata di ciliege, poi si continuava con quella di pere (quelle che mia suocera chiamava di San Giovanni), di albicocche, di prugne, di pesche, ma anche quella mista con i residui di tutti i frutti e le mele renette. Già all'inizio dell'estate si faceva una prima marmellata di fichi, ma quella "vera" la si faceva dopo ferragosto, quando le piante fichi, anche se vecchissime, ci inondavano di frutti.
I giorni della marmellata ce li ricordiamo tutti in famiglia...... i maschi di casa, con un codazzo di bambini al seguito, iniziavano la raccolta dei frutti che venivano riposti prima in cesti di vimini, poi travasati in cassette.
Noi donne invece preparavamo tutto il resto, i coltelli, le bacinelle,  strofinacci puliti, scorzette e succo di limoni........ Raccolte le prime ceste ci mettevamo all'opera sedute su vecchie sedie di legno, intorno ad un enorme mastello, preventivamente lavato, sterilizzato e pesato ( era sempre lo stesso, ma ogni anno si controllava il peso perché ognuno di noi ne ricordava uno diverso!), dentro al quale lasciavamo cadere la frutta sbucciata e tagliata a pezzi.
Iniziavamo piene di un entusiasmo che man mano scemava, quando le vesciche procurate dal coltello dolevano sulle dita e le mosche e le zanzare ci davano il tormento. Nonostante fossimo in tante addette alla preparazione della frutta, il lavoro durava tutto il giorno e solo verso sera, pesata la polpa, si aggiungevano lo zucchero e il limone (ma anche un poco di aceto che mia suocera aggiungeva all'insaputa di tutti e di nascosto perchè nessuno lo voleva, in partcolare la zia Mariuccia!), poi si copriva il mastello e le altre bacinelle con gli strofinacci puliti e li si portava nella "stanza della marmellata"  dove la polpa restava in fusione tutta la notte.
Questa stanza non era altro che un vecchio garage, mai utilizzato allo scopo di accogliere un'auto, costruito al di là del cortile, sovrastato da un grande albero  di "ranclot", così mia suocera chiamava le prugne Reine Claude e lambito in un angolo dai lunghi rami di una Clematis viola che avevo fatto arrivare, insieme ad altri fiori dall'Olanda, scegliendoli da un catalogo che arrivava ai tempi un po' in tutte le case. Lo ricordate?
La mattina seguente i bambini si alzavano prestissimo perché dovevano "aiutare" il nonno ad accendere il fuoco sotto il pentole di rame nel quale avrebbe cotto la marmellata.

Il bersò e al fog come sono oggi

"Al fog" era ai limiti di un pergolato (el bersò) ricoperto dai rami di una vite vergine che si intrecciavano a quelli  di una vecchia "topia" di uva americana, di cui mi sembra ancora di sentirne il profumo intenso.
Appena il fuoco era pronto, si versava la frutta macerata nell'enorme pentolone di rame e per tutta la mattina si aspettava che prendesse il bollore.
Mia suocera "montava di guardia" già di prima mattina e da lì non si schiodava fino a sera.
Anche il pranzo veniva consumato sotto il pergolato tra lo schiamazzo dei bambini e l'intreccio dei pareri discordanti degli adulti sulla buona riuscita della marmellata.
Il pomeriggio era impegnato nella preparazione dei vasetti che venivano allineati sul tavolone sotto il bersò e finalmente  a sera, dopo consulti vari e varie prove sul piattino, mia suocera sentenziava che era l'ora, si poteva invasettare!
Era questo un lavoro riservato agli adulti, qualcuno travasava, qualcuno puliva i vasetti, altri li chiudevano e capovolgevano in bell'ordine. Qualcuno teneva lontani i bambini, impazienti di raschiare il fondo del pentolone, perché non si ustionassero, qualcuno scendeva nell'orto a raccogliere i pomodori per un'insalatona di fine giornata.
Coperti i barattoli con vecchie coperte di lana, finalmente si rientrava in casa ormai stanchi ma felici per la buona riuscita del lavoro.
Il giorno seguente etichettatura e "spartizione" dei barattoli tra le varie famiglie dei partecipanti.

Da quando i miei figli sono grandi  e dopo la morte dei nonni, non passiamo più tutta l'estate in campagna e ognuno di noi prepara la marmellata a casa sua. Tutto è più semplice e veloce, ma credo che come me, le mie cognate, mentre preparano la frutta, non possono non andare col pensiero a quegli anni, a quei giorni, a quelle marmellate.


i bimbi come erano 30 anni fa

Anche i bambini, erano sette e tutti in scala di età, non passano più tutte le estati insieme nella casa di famiglia in campagna, ma sono rimasti molto uniti e spesso ricordano con gioia mista a nostalgia i "giorni della marmellata".

Ops.... la ricetta?! 
quella della nonna Pina naturalmente! 
4 hg. di zucchero per ogni chilo di polpa, scorsa e succo di limoni q.b. (e, di nascosto, un po' di aceto).





19 commenti:

  1. Ciao Lella, che bello questo post, un vero racconto "a m'arcord"..sembra di vedere la scena: i bambini vocianti, gli adulti indaffarati e i pareri discordanti e infine..la sentenza della suocera!!
    Buona serata!
    Carmen

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  2. buonissima la marmellata con la frutta del nostro giardino, anche io la preparo, ma ancora i miei fichi non sono maturi...ciao e buona serata

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  3. Che bellissimi ricordi...
    coi miei genitori non facevamo molte marmellate...ma la mia mamma metteva sottovetro praticamente tutto e quindi ricordo quelle giornate d'estate in cui si preparavano le varie conserve e anche noi bambini aiutavamo...un lavoro di squadra!
    Baci
    Mari

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  4. E' un piacere leggere il tuo racconto,anche per me ci sono dei ricordi "della Marmellata"...quand'ero piccola avevamo un grande albero di prugne, e la mia mamma faceva una marmellata densa densa (altro che fruttapec!)con tanti pezzi...ed aveva un sapore indimenticabile!
    buone marmellate a te ciao!
    carmen

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  5. Nel mio passato non ci sono "giorni della marmellata" ma compenso quest'anno.... Sto producendo a livello industriale marmellate e sott'olii dall'orto. Sono distrutta!!!
    Anna

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  6. Questa volta commento anche io..mitica..me la vedo la nonna Pina che dirige i lavori...e la foto..mitica anche questa..Ciao Rossella..per non confondermi con Lella!

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  7. queste tradizioni profonde e meravigliosamente care sono ricchezze che molti giovani non conosceranno mai ed è un vero peccato.Complimenti x la delicatezza con la quale le hai raccontate

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  8. Cara lella, hai DIPINTO con le parole iltuo spaccato di vita ... le tue marmellata le abbiamo assaggiate e gustate con piacere... bravissima nonna PINA che con intuito e saggezza metteva di nascosto l'aceto...ottimo conservante naturale.
    I nonni vi hanno lasciato un'eredita' emotiva che non si puo' valutare perchè ha creato AFFETTI VERI e quelli non si estinguono piu'.
    Un abbraccio ornella

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  9. Dolcissimo il tuo racconto come saranno dolcissime le tue marmellate.
    ciao ciao
    buona giornata
    Nico

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  10. Che tenerezza questi ricordi!!!anche se non li ho mai vissuti mi sembra di esser stata anch'io nel gruppo a sbucciare ...grazie di queste dolcezze
    buona giornata
    giusi_g

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  11. dolcissimo questo racconto,quanti ricordi affiorano nella mente.
    ciao,fiorella

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  12. Ho letto con molto piacere questo tuo racconto, bellissime parole e bellissimi ricordi che rimarranno per sempre nel cuore di tutti.
    Ciao Gabry

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  13. bellissimi ricordi!!!! io invece della marmellata ho quello della conserva di pomodoro... la vicina di casa era di origini meridionali e coinvolgeva anche noi con pomodori, enormi paioli per la scottatura, il filtraggio e la cottura... aromi, vasetti e bottigliette e la sterilizzazione e alla fine la spartizione del risultato .... penso che oggi molte di queste cose siano andate perdute, meno male rimangono i ricordi...
    ciao
    MGrazia

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  14. Grazie Lella per questo tuo ricordo, m'è sembrato di rivedere un po' la mia vita quando ero piu' giovane con i figli piccoli e si trascorreva una parte dell'estate in campagna con fratelli, sorelle, cognate e i bambini che giocavano senza mai litigare....che bei tempi....grazie ancora.
    Gilda

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  15. Bellissimo il tuo racconto, anch'io ho di questi ricordi (anche le zanzare)... non dimenticherò mai il profumo dell'orto, i pomodori caldi di sole, le zucchine nascoste fra le foglie, i fagioli da sgranare (mia nonna me li faceva pure sbucciare) e il profumo di fichi che si sentiva da lontano... fantastico! Grazie, Milena d

    PS. Fantastica la nonna Pina

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  16. Grazie per questo bellissimo racconto che mi ha anche un po commosso... ci sono stati giorni della marmellata per tutti, ma anche i giorni dei pomodori, e pienissimi giorni di Natale... il vero rimpianto è nn averli tenuti vivi anche per i miei figli. Purtroppo cresceranno con questa carenza sia culturale che emotiva... un vero peccato!

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  17. Bellissimi ricordi! Grazie per averli condivisi con noi e x la ricetta ... ho qualche fico ... mmmhhhhh ;)

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  18. Bellissime foto e ricordi favolosi!!! Mi hai emozionato !!! Un saluto affettuoso

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Grazie per il tuo commento, mi fa piacere conoscere le vostre opinioni!
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♥ Lella ♥

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